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Istituto di Psicologia Somatorelazionale

Fondato e diretto da Luciano Marchino

COUNSELING SOMATORELAZIONALE

DEFINIZIONE DELL’ATTIVITÀ DI COUNSELING APPROVATA DAL COMITATO SCIENTIFICO DI ASSOCOUNSELING – APRILE 2011
Il counseling professionale è un'attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione.
Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.
È un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale.

DEFINIZIONE DELL'ATTIVITÀ DI COUNSELING APPROVATA DALL'OMS - 1989
Il counseling è un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta le persone a risolvere e gestire problemi e a prendere decisioni; esso coinvolge un “cliente” e un “counselor”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di essere aiutato, il secondo è una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida.
 


CHE COS'È IL COUNSELING SOMATORELAZIONALE? di Monique Mizrahil

Counseling e counselor: una definizione

Che cos'è il counseling e chi è il counselor? Potremmo definire il counseling una relazione d'aiuto il cui obiettivo è dare sostegno a chi si trova in un momento di difficoltà o di disagio. In questa relazione, il counselor è colui che fornisce il proprio supporto, accompagnando il cliente nella soluzione della situazione di crisi e/o nello sviluppo di un processo decisionale difficile. Il counseling non ha l'obiettivo di andare a scavare nel passato del cliente, né di ristrutturare la sua personalità a partire dal presupposto che l'origine del suo malessere sia al tempo stesso molto antica e fortemente strutturata nel suo carattere: si propone più semplicemente di accompagnare la persona nella soluzione di un problema attuale.

Il counseling somatorelazionale

Ciascuna delle molteplici scuole di formazione al counseling oggi esistenti si caratterizza per gli strumenti di lavoro che propone e i paradigmi a cui fa riferimento.
In questo contesto, un caso insolito è rappresentato dal corso di counseling somatorelazionale, proposto dall'IPSO di Milano. Insolito perché nasce dall'integrazione di due diverse prospettive: la Bioenergetica di Alexander Lowen e l'Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers.
Volendo definirlo, potremmo dire che il counseling somatorelazionale è un counseling di orientamento rogersiano sul quale si immettono tecniche, abilità e prospettive che appartengono allo sguardo della Bioenergetica.
Il modello rogersiano, praticato negli Stati Uniti già a partire dalla prima metà del Novecento, si basa su alcune ipotesi rivoluzionarie. Ecco le principali: ognuno di noi è l'unico vero esperto di se stesso e della propria esperienza personale e, di conseguenza, il counselor non è l'Esperto che interpreta, diagnostica e suggerisce soluzioni, ma "semplicemente" una persona che mette a disposizione del cliente la propria capacità di ascolto e le proprie competenze per facilitarlo nel suo processo di crescita e assunzione di responsabilità. Nella visione di Rogers, infatti, ogni essere umano custodisce in sé le potenzialità del proprio processo di autorealizzazione, e tuttavia nella maggior parte degli esseri umani queste potenzialità non hanno potuto germogliare e svilupparsi, perché essi non hanno trovato, nell'ambiente in cui sono venuti al mondo e cresciuti, il clima adatto per farlo, come semi lanciati nel deserto invece che su un terreno fecondo ("quello che sono mi basta, se solo riesco a esserlo", nelle parole di Rogers, esprime molto bene tutto questo). In questa luce, il ruolo del counselor diventa quindi quello di offrire al cliente il terreno fertile che gli è mancato, in altre parole un clima abbastanza accogliente – empatico, congruente, accettante e non giudicante – da consentirgli di riprendere il suo percorso evolutivo là dove era stato interrotto o deviato.
Ecco quindi che il modello rogersiano è una preziosa e indispensabile risorsa per chi voglia operare nell’ambito del counseling. Ed è per questo motivo che IPSO ha scelto di far convergere l'approccio corporeo - che appartiene in qualche modo al suo DNA – in quello umanistico di Carl Rogers. Peraltro – ed è un fatto di non secondaria rilevanza – alcuni degli strumenti della Bioenergetica non solo si integrano nel modello rogersiano senza falsarne i postulati essenziali (vedi a questo proposito l'articolo di Peter S. Fernald "Carl Rogers: un terapeuta verbale centrato sul corpo", qui sotto), ma in molti casi fungono da catalizzatori del processo in atto.
Quali sono questi strumenti?



Il contributo della bioenergetica all'approccio di Carl Rogers

1. Vedere il corpo del cliente - Un counselor che conosce la struttura e le dinamiche dell'armatura caratteriale può utilizzare questa sua abilità per comprendere le tematiche caratteriali del cliente e le risorse a cui egli può accedere.
Inoltre, se è allenato a vedere i corpi e le loro qualità energetiche, può cogliere nel cliente anche una serie di segnali che non hanno a che fare con la sua armatura caratteriale ma con le emozioni che lo attraversano seduta per seduta. Queste informazioni potranno essere rimandate alla persona e portate alla sua consapevolezza, dando così rilievo a una parte della comunicazione che di solito è inconscia e sottovalutata. Il cliente dice col corpo più di quanto dica con le parole.

2. Autoascolto - L'attitudine all'autoascolto, propria di chi svolge lavoro bioenergetico, diventa uno strumento prezioso all'interno della relazione di counseling. In ogni relazione, infatti, per sentire l'altro è necessario sentire se stessi, e se si perde il contatto con se stessi si perde anche il contatto con l'altro. Se, un counselor si chiede: "Come mi fa sentire questo cliente?", e possiede strumenti di autoascolto che gli consentono di rispondere con competenza, la comunicazione tra lui e il cliente fa un passo in avanti, perché il modo in cui egli lo fa sentire completa il racconto verbale di informazioni che altrimenti rimarrebbero indecifrate e indecifrabili. 
Ma c'è anche un altro aspetto: poiché i propri pregiudizi, siano essi caratteriali o determinati dal proprio occasionale stato emotivo, prendono corpo nelle tensioni somatiche, gli strumenti della bioenergetica danno al counselor la competenza necessaria non solo per sentire queste tensioni/preconcetti ma, spesso, anche per scioglierle e decondizionarsene. Egli può quindi raggiungere uno stato di consapevolezza, apertura e fluidità (che equivalgono alla congruenza così come viene descritta da Rogers) che gli permette di vedere l'altro e di stare veramente con lui (empatia) senza pregiudizi. E, anche nel caso in cui il counselor non riesca a sciogliere le proprie tensioni – e quindi i propri pregiudizi – rimane comunque il fatto che la competenza all’autoascolto, consentendogli di diventarne consapevole, lo facilita nel prenderne le distanze: il che, nella relazione di aiuto si traduce nella possibilità di entrare con il cliente in una forma di risonanza somatica non filtrata (o relativamente filtrata) dalla propria visione del mondo.

3. Lavoro corporeo - A volte il counselor somatorelazionale potrà utilizzare le proprie abilità per introdurre nell’incontro alcuni elementi di lavoro corporeo. Facciamo qualche esempio.
Quando il cliente, per non entrare nell'emozione, riduce il proprio respiro al minimo vitale, il counselor, per rimetterlo in contatto con il suo sentire, può suggerirgli di respirare profondamente per qualche minuto. Oppure, quando la persona esprime un'emozione, il counselor può invitarla all'autoascolto, chiedendole in quale parte del corpo la sta sentendo: è una domanda che apre spesso nuove opportunità di autoconoscenza e autoesplorazione. O ancora, per aumentare la sensazione di contatto con il suolo e di radicamento del cliente, il counselor può proporgli di alzarsi e di assumere la "posizione base" della bioenergetica: un lavoro che induce vibrazioni alle gambe, e quindi scioglimento e un'accresciuta capacità di sentire. 
Anche alcuni esercizi entrano a buon diritto all'interno di un incontro di counseling. Se per esempio la persona ha la mandibola contratta, può essere esortata a protenderla in avanti, portando al limite estremo la tensione preesistente. Oppure, se tiene le spalle sollevate, può essere stimolata a esasperare questa postura perché il suo significato e i suoi contenuti emotivi diventino più evidenti. Sovente, peraltro, il portare una tensione al limite estremo non solo rappresenta un’opportunità di comprenderne meglio il significato ma consente anche di scioglierla, secondo un principio che la bioenergetica condivide con l’omeopatia.