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Istituto di Psicologia Somatorelazionale

Fondato e diretto da Luciano Marchino

Il caso Einstein

Un capitolo avvincente e complesso della vita di Wilhelm Reich

 

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Dopo il prologo a Hiroshima, il libro si apre con due avvenimenti importanti, entrambi realmente avvenuti nel 1939 a pochi mesi di distanza uno dall’altro. Questi due eventi hanno segnato la vita dei protagonisti della narrazione, e non solo.


Albert Einstein, che si trova negli Stati Uniti dal 1933 in seguito all’espulsione dei docenti ebrei dalle università tedesche e diventerà cittadino americano nel 1940, è in villeggiatura a Long Island e riceve la visita di Leo Szilàrd ed Eugene Wigner. È in questa occasione che, insieme a loro, lo scienziato scriverà e firmerà la lettera indirizzata al Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt per allertarlo sul pericolo reale dell’energia atomica in mano alla Germania nazista.

 

Wilhelm Reich è a Oslo ed è in procinto di imbarcarsi sulla Stavenyer Fyord, l’ultima nave che lascerà la Norvegia prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. È costretto, sia per le sue origini ebraiche sia per la sua ricerca scientifica, ad abbandonare il vecchio continente e rifugiarsi negli Stati Uniti, lasciando alle sue spalle tutto ciò che conosce e ama.

 

Gli avvenimenti narrati in questo romanzo riguardano il periodo immediatamente successivo e traggono ispirazione principalmente dal carteggio intercorso tra lo stesso Reich e Einstein, tra gli ultimi giorni del 1940 e il mese di marzo del 1944, come riportato dalla pubblicazione L’affare Einstein nel 1953. Dopo un iniziale scambio positivo avvenuto tra i due scienziati e alcuni calorosi incontri personali, la comunicazione da parte di Einstein s’interrompe senza che a oggi sia emerso un qualsiasi motivo che spieghi quella interruzione.
La ricostruzione storica di questo romanzo prende spunto da alcune delle lettere scambiate dai due scienziati, si basa su fatti storici ma anche su supposizioni e, naturalmente, su un lavoro di fantasia. Si tratta quindi di un lavoro che non ha la pretesa di rivelare fatti nuovi, né portare a conclusioni o a soluzioni, ma piuttosto si propone di incuriosire il lettore rispetto a un tema d’importanza scientifica decisiva: l’esistenza di un’energia, o di un modo d’essere dell’energia, che Reich ha chiamato energia orgonica.

 

La scienza pre-quantistica, ai tempi in cui è ambientato il romanzo, non fu in grado di accettare questa scoperta che anzi provocò una spaccatura all’interno della comunità scientifica tra un’entusiastica approvazione da parte di alcuni seguaci di Reich e la violenta critica dei molti che arrivarono ad accusarlo di pazzia e ciarlataneria. Come spesso avviene, la realtà è più complessa di quanto entrambe le parti sembrino aver considerato fino a oggi. Quello che risulta certo è che l’incontro tra due personalità così diverse ma ugualmente devote alla ricerca scientifica rappresenti, di per sé, un argomento di grande interesse.

La relazione che entrambi hanno avuto verso il mondo risulta profondamente differente e per questo stimolante, perché influenzata dai rispettivi tratti caratteriali. Albert Einstein è spesso definito un Asperger ad alta funzionalità, cioè una persona piuttosto schiva e ritirata nel “suo” mondo; mentre per Reich è invece pensabile che fosse vittima di un disturbo di personalità di tipo narcisistico, con una deriva paranoide nel corso degli ultimi anni, sebbene sia stato davvero perseguitato e minacciato in molti modi e per lunghi anni.

 

 

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