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I VESTITI DELL’IMPERATORE, OVVERO L’UTOPIA DELLA REALTÀ.
20 Settembre 2024
A cinque anni dalla scomparsa del nostro indimenticato amico e stimato collega, Attilio Gardino, vogliamo ricordarlo pubblicando il suo intervento del 2016 al convegno “Utopie, i diversi sguardi” organizzato da Ipso con la collaborazione dell’Università degli studi di Milano Bicocca.
Il suo pensiero, così illuminante e attuale, ci accompagna ancora.
Attilio Gardino: 18 novembre 2016
I vestiti dell’imperatore, ovvero l’utopia della realtà.
La prima volta che ascoltai questa fiaba, scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837 nel volume "Fiabe, raccontate per i bambini", tratto da una storia dall'opera spagnola El Conde Lucanor scritta da Don Juan Manuel (1282-1348), ne rimasi colpito e affascinato.
Il racconto appartiene al bagaglio culturale condiviso da tutto l'Occidente e i riferimenti a questa fiaba: “I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE” sono onnipresenti nella nostra cultura.
La fiaba racconta di un re vanitoso, di commercianti truffaldini capaci di tessere e confezionare vestiti con stoffe aventi come pregio, oltre alla bellezza, la capacità di essere invisibili agli incapaci e narra della pavidità della gente nel differenziarsi dal potere assumendo uno sguardo critico sulla realtà e sulla paura di rendere note le proprie percezioni, riservando questa capacità di svelare l’evidenza dell’inganno solamente ad un bambino. È una figura che, oltre a rappresentare l’innocenza, rappresenta anche l’essere ancora al di fuori dal “contratto” sociale che lega implicitamente le persone. Sarà quindi un un bambino a gridare “il re è nudo”, smascherando l’omertà che univa tutti i partecipanti alla sfilata.
Credo sia stato il 1973, lavoravo presso un centro per bambini handicappati gravissimi su base neurologica e psichica... (continua)
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I vestiti dell'imperatore, ovvero l'utopia della realtà