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RICERCA ESONE SULL'EFFICACIA DELLA PRATICA BIOENERGETICA
25 Settembre 2014
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Premessa
La psicologia somatorelazionale vanta una lunga tradizione che risale alle prime osservazioni condotte da Wilhelm Reich sul come e sul perché della così detta reazione terapeutica negativa all’interno della pratica psicoanalitica. Incaricato da Sigmund Freud di esplorare il fenomeno delle resistenze all’analisi che sembravano ostacolare il successo terapeutico, Reich si gettò anima e corpo nella ricerca, incurante della malevolenza di molti colleghi, più anziani e titolati, che si erano sentiti ingiustamente messi da parte dal maestro. Nel tempo, come ormai sappiamo, il livore di costoro gli si rivolse contro, arrivando a sancire la sua esclusione dalla Società Psicoanalitica di
Vienna nell’anno successivo alla pubblicazione di un testo fondamentale e ancor oggi molto apprezzato dentro e fuori dal campo psicoanalitico. Il suo titolo era Analisi del carattere e, in una disquisizione di oltre seicento pagine, vi si affermavano − e soprattutto si dimostravano − molti principi assolutamente innovativi. Il principio più innovativo e fondamentale riguardava il ruolo del corpo nel farsi e nel disfarsi delle problematiche esistenziali dei pazienti.
Si è già scritto molto su questo tema e, soprattutto grazie alle opere di Alexander Lowen, il suo brillante allievo recentemente scomparso, le idee di Reich si sono diffuse per il mondo e si sono affermate evolvendosi nell’Analisi Bioenergetica. La Biosofia rappresenta la più recente tendenza nel contesto di questa tradizione e, attraverso l’integrazione con la psicologia umanistica di Carl Rogers, ma anche e soprattutto grazie alla sua spiccata propensione per la ricerca scientifica e l’aggiornamento continuo del proprio paradigma, si propone come un nuovo metodo di lettura della realtà umana e come un modo, continuamente in progress, di vedere e di interpretare la relazione interpersonale: come una nuova psicologia somatorelazionale.
Wilhelm Reich aveva quindi rilevato come la storia personale si iscrive ai corpi. Il suo metodo terapeutico era la vegetoterapia carattero-analitica che, come dicono le parole stesse, fondeva in un approccio olistico la realtà profonda del corpo − il sistema neurovegetativo, che è fondamentale nel modulare lo stato d’animo − con la struttura del carattere, all’epoca considerata come non ascrivibile al corpo. Iniziava così l’esplorazione della segreta simmetria tra il corpo e la sua mente.
Nei suoi cinquant’anni di attività clinica Lowen ha sviluppato questa visione, ne ha rinforzato la precisione teorica e arricchito gli strumenti terapeutici. Tra gli strumenti introdotti da Lowen quello che ci interessa qui sono gli esercizi bioenergetici.